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Stato al dicembre 98
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Umbria
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Sottoprogetto Umbria
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Piemonte
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Basilicata
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Convegno


Il progetto iniziato nel luglio 1996 ha avuto effettivamente inizio nel gennaio 1997 dopo la stesura del progetto definitivo e l’approvazione da parte delle Regioni partecipanti.
In sintesi il resoconto delle principali attività intraprese può essere così illustrato.

1 – Strutture operative

La gestione del progetto interregionale è stata condotta fino al dicembre ’99 dalla Regione Umbria, successivamente l’ARPA Umbria è stata incaricata di condurre il progetto per conto della Regione.
Oltre agli Uffici competenti, le regioni hanno fatto riferimento alle seguenti collaborazioni operative mediante la stesura di apposite Convenzioni.

- Basilicata: Dipartimento di Ingegneria e Fisica dell’Ambiente dell’Università degli Studi della Basilicata
- Liguria: ARPA, Osservatorio regionale dei Corpi Idrici (c/o AMGA di Genova)
- Piemonte: ARPA, CSI, Dipartimento di Scienze della Terra e Dipartimento di Valorizzazione e Protezione delle Risorse Agroforestali dell’Università degli Studi di Torino.
- Umbria: LESP di Perugia e Terni (ora ARPA), Comuni, Aziende acquedottistiche.

2 – Raccolta e sistematizzazione conoscenze sui corpi idrici sotterranei
La prima fase ha riguardato la raccolta e la sistematizzazione delle conoscenze.
Tale attività è stata svolta con differente impegno di risorse e mezzi a seconda che le Regioni avessero già un patrimonio conoscitivo in gran parte disponibile (Liguria ed Umbria) oppure laddove le informazioni erano carenti e disperse (Basilicata e Piemonte).
Nelle prime è stato necessario condurre una integrazione delle conoscenze in aree con scarsa disponibilità di informazioni o riguardo particolari aspetti.
E’ questo il caso, ad esempio, del censimento per la riorganizzazione di alcuni dati pregressi circa la localizzazione e le caratteristiche di alcuni pozzi per la Liguria, in modo tale da poter ricostruire la geometria di un acquifero superficiale e di uno profondo presenti nel fondovalle del T.Bisagno.
Altrettanto è stato fatto nella Media Valle del Tevere per l’Umbria e in tal modo si è completata la conoscenza di tutti gli acquiferi del fondovalle, cocludendo ricerche che risalgono agli anni ottanta.
In quest’ultima è stato necessario un notevole impegno nella visita ai diversi archivi esistenti e nella omogeneizzazione delle conoscenze.
In Basilicata è stato ricostruito il quadro idrogeologico della fascia costiera.
In Piemonte è stato ricostruito il quadro idrogeologico delle zone di pianura delle province di Cuneo e Torino e ad esso sono state collegate le successive operazioni di individuazione dei punti di misura, tra cui una riferita all’acquifero captato, in modo tale da avere una doppia rete di monitoraggio (acquifero superficiale e insieme degli acquiferi profondi).

3 – Archiviazione dei dati
L’archiviazione dei dati pregressi è stata così organizzata:
- Basilicata: è stato predisposto un archivio e un sistema informatizzato che utilizza un GIS commerciale (Arc View)
- Liguria: è già esistente un sistema informatizzato operante da qualche anno nell’ambito dell’Osservatorio Regionale dei Corpi idrici che opera però con sistemi difformi rispetto a quelli delle altre regioni. I dati del progetto PRISMAS sono stati organizzati con il DBMS ORACLE. Inoltre vengono registrati in modo informatizzato anche i dati provenienti dai pozzi con misurazione in continuo.
- Piemonte: è stato predisposto un data-entry specifico da parte del CSI in ACCESS ed è in fase di organizzazione la banca dati con una struttura informatica più complessa; si utilizzerà come GIS un software commerciale (ArcView). Attualmente una parte dei dati è informatizzata su EXCEL.
- Umbria: è stato organizzato un sistema di acquisizione ed archiviazione dei dati che sfrutta software commerciali (Access) e allo stesso modo si utilizzerà come GIS un softtware commerciale (ArcView). E’ stato predisposto un sistema di trasmissione ed archiviazione dei dati delle sorgenti monitorate in continuo come pure un software per la gestione del laboratorio mobile, mentre le prime elaborazioni sono state implementate utilizzando software idrogeologici e idrochimici in commercio.

4 – Individuazione dei punti d’acqua
Come è stato esplicitato all’interno dei progetti delle Regioni si è provveduto ad una integrazione dei punti d’acqua già disponibili per la Liguria e l’Umbria.
In particolare per la Liguria, oltre ai due punti disponibili per il monitoraggio in continuo, è stata eseguita una verifica su altri punti localizzati all’interno del bacino del T.Bisagno; nei pozzi e piezometri individuati e controllati in sito, si è operato un monitoraggio quali-quantitativo mensile. 
Prosegue comunque la ricerca anche di altri eventuali punti da inserire nella rete.
In Umbria, data la disponibilità di informazioni pregresse, è stato curato il criterio di selezione dei punti di misura più idonei per la costruzione della rete di monitoraggio.
Per ogni zona è stato definito una classe di priorità dell’acquifero (sulla base dell’importanza e dell’uso delle acque) e conseguenti fattori correttivi della densità media di monitoraggio; in tal modo si è arrivati a definire una densità del reticolo variabile da 0.6 a 0.2 punti/km² nei cinque maggiori acquiferi. 
Sono state individuate anche alcune sorgenti su cui sono state realizzate opere civili per l’installazione di idonea strumentazione di misura della portata, della conducibilità elettrica e della temperatura.
Per quanto riguarda la Basilicata e il Piemonte si è provveduto a censire ed individuare, per la prima volta, i punti da sottoporre a misura.
Per il Piemonte l’indagine è stata svolta in due fasi:
- mediante il censimento dei dati presso vari Enti si è operata una prima ricostruzione del modello idrogeologico;
- sulla base del modello idrogeologico si è provveduto, mediante sopralluoghi, ad individuare i punti disponibili per le misure qualitative e quantitative.
I sopralluoghi hanno permesso anche la compilazione di schede monografiche riportanti l’esatta ubicazione del punto di misura e la verifica della possibilità di eseguire misure quali-quantitative, operando una prima verifica del livello piezometrico.
Si sono così strutturate due reti di misura per il monitoraggio dell’acquifero superficiale e di quello profondo sulla base della posizione dei filtri nei pozzi; in alcune aree la rete profonda è comunque risultata più deficitaria rispetto a quella superficiale.

5 – Acquisizione dei dati
I dati del monitoraggio quali-quantitativo sono stati acquisiti come di seguito descritto.
In Basilicata è stata organizzata una misura dei principali parametri idrochimici nei punti esistenti con specifico riferimento all’ingressione delle acque salate e alla contaminazione proveniente da fonti agricole. 
In Liguria, oltre alle rilevazioni sui pozzi del bacino del T.Bisagno, è stata attrezzata una strumentazione su n.2 pozzi che permette la misura in continuo dei parametri, temperatura, pH, potenziale redox, conducibilità elettrica, oltre che del livello piezometrico; sono disponibili inoltre anche altri ingressi configurabili.
E’ stata molto curata la parte di gestione delle periferiche, di sviluppo dei sensori e di modalità di prelievo automatico dei campioni.
In Umbria è stato eseguita una misura preliminare sulla Media Valle del Tevere limitata al livello piezometrico e alla determinazione dei parametri idrochimici principali.
Successivamente sono state eseguite misurazioni quali-quantitative su un reticolo in via di ottimizzazione (circa 200 pozzi) e i campioni sono stati trasportati ai LESP per le misure, lavoro organizzato con l’ausilio di un mezzo mobile dotato di strumentazione per la misura in situ di parametri fisico-chimici e in particolare di un concentratore, in grado di diminuire in modo sensibile il volume di acqua da prelevare per ciascun punto di misura per la successiva determinazione di parametri organici, fornendo quindi una maggiore elasticità gestionale.
In sito vengono determinati temperatura, pH, conducibilità elettrica, ossigeno disciolto, potenziale redox e bicarbonati.
Inoltre è stato implementato un sistema di misura automatica delle portate di sorgenti, con memorizzazione in sito e trasmissione del dato per via telefonica agli Uffici della Regione e agli enti gestori.
In Piemonte è stato misurato il livello piezometrico e sono stati misurati in sito mediante sonda portatile i parametri temperatura, pH e conducibilità elettrica.
Si sono registrate difficoltà legate alla gestione dei pozzi e alla possibilità di interruzione del prelievo, soprattutto in corrispondenza di pozzo singolo a servizio di pubblico acquedotto.
E’ in corso l’informatizzazione dei dati relativi alle schede monografiche dei pozzi e una parte delle misure pregresse è stata immagazzinata in EXCEL.

6 – Elaborazioni e restituzioni

L’elaborazione è stata articolata secondo fasi e modalità finalizzate a interpretare i dati in ordine ai seguenti obiettivi: 
1. classificazione di base delle acque e caratterizzazione geochimica degli acquiferi;
2. analisi statistica dei dati;
3. studio della distribuzione spaziale dei parametri significativi (analisi geostatistiche);
4. analisi delle tendenze temporali;
5. individuazione di indicatori idrogeochimici generali (parametri chimico-fisici, specie chimiche e loro rapporti, caratteristici) e di indicatori di qualità (analisi degli indici di inquinamento);
6. rappresentazione cartografica dei dati.


7 – Risultati del progetto

La chiusura del progetto è slittata dal giungo 1999 al giugno 2000 a causa di ritardi di tipo amministrativo che hanno rallentato la realizzazione delle attività messe in cantiere.
Questo ha permesso di portare a compimento, in maniera soddisfacente, tutti gli obiettivi previsti.

Elementi fondamentali sono i due manuali interregionali redatti: “Linee guida per l’esecuzione del monitoraggio delle acque sotterranee (tecniche di campo e di laboratorio)” e “Criteri di impostazione delle reti nelle diverse condizioni idrogeologiche e socio-economiche”.
In particolare essi forniscono informazioni e risultati di esperienze sui seguenti punti:
- Modalità di definizione del contesto idrogeologico 
- Localizzazione delle reti in relazione al contesto idrogeologico ed antropico;
- I dati rilevati e le procedure adottate;
- Modalità di impostazione delle reti preliminare e definitiva, criteri di scelta e sviluppo;
- Il sistema di gestione delle reti e dei dati;
- Una valutazione dei costi di installazione e di gestione;
- Risultati ottenuti a tutt’oggi, problemi riscontrati, soluzioni proposte e proponibili, prospettive future.

I risultati del progetto saranno presentati al Convegno previsto a Perugia per il 12 ottobre 2000.
Per tale occasione verrà predisposto un documento di sintesi estesa del progetto che diverrà il documento di informazione principale e di divulgazione in ambito nazionale.
Nel documento verranno sintetizzati, in forma divulgativa, i principali risultati del progetto sia metodologici che operativi, con particolare riferimento alla fase sperimentale di impostazione delle reti e della standardizzazione delle procedure operative ed elaborative. Saranno illustrate anche le scelte tecniche di automatizzazione di misure specifiche mediante centraline su pozzi e sorgenti o metodiche particolari di indagine.