Cambiamenti climatici: la sfida parte da Perugia

 

Si è aperta a Palazzo Cesaroni la giornata che la città di Perugia ha deciso di dedicare ai cambiamenti climatici, un tema quanto mai attuale in vista dell’incontro sul Clima che si terrà a Parigi nelle prossime settimane. “Per la prima volta nella storia dell’umanità un fenomeno ambientale correlabile alle attività antropiche non corrisponde alle regole naturali dell’omeostasi, questo fenomeno –  ha spiegato Walter Ganapini, Direttore Generale di Arpa Umbria – è irreversibile e chiama in causa quindi la capacità di ripensare il nostro modo di vivere in un ottica di adattamento e di resilienza. Non possiamo più volgere lo sguardo”.
“Ci troviamo a fare i conti con un tema che è entrato prepotentemente nell’agenda politica in questo senso ricordo l’impegno della amministrazione  a partire dalla tutela delle risorse idriche, naturali e rurali che rappresentano un patrimonio di pregio per la nostra regione”, ha spiegato l’Assessore all’Ambiente della Regione Umbria Fernanda Cecchini.

 

Parte centrale del Seminario Scientifico, organizzato da Arpa Umbria, è stata la lectio di Luca Lombroso, meteorologo presso l’Osservatorio Geofisico del DIEF UNIMORE, che ha illustrato caratteristiche e conseguenze del fenomeno, che già 50 anni alcuni ricercatori avevano portato alla ribalta scientifica questo tema. Lombroso ha illustrato gli effetti dei cambiamenti climatici che quotidianamente il nostro Pianeta sta vivendo. “La situazione odierna è anche peggiore rispetto alle previsioni elaborate qualche anno fa.  Secondo i nuovi scenari alcune zone del Terra nel corso del secolo potrebbero raggiungere temperature non vivibili per l’uomo” ha spiegato Lombroso.  C’è la necessità di cambiamento, a iniziare dalle emissioni in atmosfera – ha detto Lombroso – che è stata trattata in questi anni come una discarica abusiva.  L’ultima speranza è l’incontro sul Clima che si terrà a Parigi, ma su questo punto Lombroso non è particolarmente ottimista dato che gli impegni presentati in vista del Summit dai 196 paesi sono divergenti, l’abbassamento di due gradi della temperatura terrestre sembra più un’utopia che un traguardo alla portata. “Da Parigi però bisogna tornare a casa con una vittoria perché il tempo a nostra disposizione sta per scadere,” ha concluso Lombroso.
Il dibattito a conclusione dell’incontro è stato animato anche dalle domande dei numerosi studenti presenti in sala.