Le risorse idriche sotterranee in Umbria

I sistemi idrogeologici hanno reazioni piuttosto differenziate allo sfruttamento delle risorse e alla carenza di precipitazioni atmosferiche: sistemi caratterizzati da ampi bacini di alimentazione e una circolazione profonda delle acque offrono un’inerzia maggiore, mitigando nell’immediato gli effetti dei prelievi e della carenza di precipitazioni, differendone nel tempo gli effetti. Viceversa, sistemi idrogeologici caratterizzati da bacini di alimentazione ridotti e superficiali rispondono velocemente ai periodi siccitosi, offrendo una maggiore vulnerabilità alle crisi idriche. In Umbria, la particolare variabilità delle caratteristiche litologico-strutturali dei sistemi idrogeologici genera situazioni locali differenziate. 

 

Per analizzare lo stato in cui versano gli acquiferi umbri, utilizziamo i dati relativi ai livelli di falda e alle portate sorgive, determinati dalla rete di monitoraggio in continuo delle acque sotterranee; in ogni punto di monitoraggio, operiamo un confronto statistico tra l’ultimo dato disponibile (19 agosto 2021) e i dati omologhi pregressi, vale a dire i dati rilevati nei giorni 19 agosto degli anni precedenti

 

 

Viene determinata una fascia di “tolleranza” rispetto alla media dei livelli omologhi, fissata in +/- Ϭ/2, che stabilisce approssimativamente il range entro cui considerare il valore attuale paragonabile a quello rilevato nello stesso periodo degli anni precedenti. Nell’esempio, in blu sono indicati i valori dei livelli di falda nei giorni omologhi pregressi e in rosso il dato odierno (19 agosto 2021); la linea arancione indica la media degli omologhi pregressi, la banda arancione indica la fascia di “tolleranza” +/- Ϭ/2, le linee verde e rossa indicano rispettivamente i massimi e i minimi storici del punto di monitoraggio (in questo caso il livello di falda presso il campo pozzi di Pasquarella).

Nell’esempio, il livello di falda attuale si colloca al di sotto della fascia ± Ϭ/2, evidenziando una situazione di moderato deficit rispetto alla media storica del periodo attuale.

Estendendo l’analisi a tutto il territorio regionale, abbiamo che il 30% dei livelli di falda rilevati dalla rete si colloca al di sotto della media degli omologhi pregressi, il 37% al di sopra di essa e il 33% è in media con il periodo attuale; per quanto riguarda le portate sorgive, esse sono prevalentemente in media con i valori del periodo attuale (60%) e solo il 10% di esse evidenziano una situazione di deficit.

 

 

Focalizzando l’attenzione sui livelli di falda, possiamo rilevare in quali acquiferi si concentrano le maggiori criticità (le stazioni piezometriche localizzate in acquiferi calcarei sono state accorpate in un unico indicatore).  

Emerge un quadro piuttosto eterogeneo, caratterizzato dagli estremi della Conca Ternana, dove la situazione è decisamente positiva e l’acquifero vulcanico Vulsino, dove le criticità sembrano essere diffuse; tra i due estremi, gli acquiferi calcarei e i vari settori della Valle Umbra, soprattutto quello di Petrignano, presentano una situazione moderatamente positiva.

 

 

Entrando nel dettaglio dei singoli punti, le situazioni di maggiore criticità per i livelli di falda si riscontrano in alcune aree emunte continuamente per uso potabile, come la zona di Cerbara, l’acquifero emunto dal campo pozzi di Pasquarella, l’area di Orvieto/Castelgiorgio e il margine settentrionale della struttura del Monte Subasio (Valle del Tescio), dove sorge un campo pozzi di recente costruzione. Le sorgenti di Rumore, Scirca e Capo d’Acqua, ubicate rispettivamente nei comuni di Gualdo Tadino, Costacciaro e Nocera Umbra, sono caratterizzate da un avanzato stato di recessione.

 

Nel complesso, il quadro relativo alle acque sotterranee è sufficientemente confortante; lo stato in cui versano i sistemi idrogeologici umbri è in linea con il periodo tardo estivo, in stato di magra ma senza criticità diffuse. Naturalmente, la tendenza può essere invertita solo dalle precipitazioni autunnali, che potranno innescare il processo di ricarica delle falde.

 

 

  

  

Per quanto riguarda l’approvvigionamento idrico ad uso potabile, abbiamo un quadro piuttosto eterogeneo nel territorio regionale, poiché alla complessità e variabilità dei sistemi idrogeologici che garantiscono la “materia prima”, si sovrappone la situazione degli impianti di captazione e delle reti di adduzione.

 

L’approvvigionamento idrico del capoluogo e del settore centro-settentrionale versa in una situazione di relativa tranquillità. L’incremento del fabbisogno idrico dovuto all’aumento delle temperature estive ha creato qualche problema nella zona di Todi e, soprattutto, nell’area di Valfabbrica, dove le piccole sorgenti che erogano acqua potabile sono in avanzata recessione e il campo pozzi di Osteria Cerasa è sfruttato al limite delle potenzialità. Vi sono inoltre alcune difficoltà nell’approvvigionamento idrico di alcuni centri abitati periferici dell’alta Valle del Tevere, particolarmente lontani dalle dorsali di distribuzione, che storicamente entrano in crisi nel periodo tardo-estivo.

 

 

 

 

 

Procedendo verso sud-est, si alza leggermente il livello di criticità. I territori comunali di Foligno e Spoleto, alimentati dalle “grandi” sorgenti di Rasiglia Alzabove, Capodacqua e Argentina, sono attualmente serviti senza particolari restrizioni; si rilevano problemi di modesta entità nell’acquedotto che dalla sorgente di Rasiglia Alzabove (attualmente eroga circa 285 l/s) serve le città di Foligno, Trevi, Spello, Bevagna, Montefalco, Gualdo Cattaneo e Castel Ritaldi, poiché i centri più lontani dalla sorgente lamentano una disponibilità residua di acqua appena sufficiente, che deve essere gestita con attenzione. L’incremento di abitanti nei paesi dell’alta Valnerina e nello spoletino, dovuto al turismo estivo, ha creato un crescente fabbisogno idrico che viene soddisfatto con difficoltà, poiché le piccole sorgenti che alimentano i centri abitati montani sono in avanzato stato di recessione.

 

 

Nell’orvietano e nell’Umbria sud-occidentale, la situazione è piuttosto critica. L’acqua potabile nei centri abitati di Parrano, Baschi, Titignano, Allerona e numerose altre frazioni alimentate da piccole sorgenti in stato di sofferenza viene garantita grazie al supporto integrativo delle autobotti. L’incremento dei consumi dovuto al turismo estivo e il frazionamento dei punti di captazione di piccola entità, che entrano facilmente in deficit di erogazione, costituiscono i fattori critici principali. Nella Conca Ternana, grazie anche al supporto del nuovo campo pozzi/acquedotto di Terria, le difficoltà legate alla distribuzione sono moderate e gestibili.

  

 

 

 

 

 

di Mirko Nucci
Responsabile Servizio Rete Acqua
Coordinamento Tecnico Scientifico
Arpa Umbria

[23/08/2021]