Acque reflue

Le attività sociali, produttive e ricreative, principalmente in ambito urbano, richiedono ed utilizzano una grande quantità di acqua. La conseguenza diretta dell'utilizzo dell'acqua è la produzione di scarichi che, per poter essere restituiti all'ambiente, devono necessariamente essere sottoposti ad un trattamento depurativo. Le acque reflue, che in passato contenevano quasi esclusivamente sostanze biodegradabili, presentano attualmente maggiori problemi di smaltimento a causa della presenza sempre più ampia di composti chimici di origine sintetica, impiegati prevalentemente nel settore industriale.


Il mare, i fiumi ed i laghi non sono in grado di ricevere una quantità di sostanze inquinanti superiore alla propria capacità autodepurativa senza vedere compromessa la qualità delle proprie acque ed i normali equilibri dell'ecosistema.


E' evidente quindi la necessità di depurare le acque reflue attraverso sistemi di trattamento che imitino i processi biologici che avvengono naturalmente nei corpi idrici (la depurazione risulta però molto più veloce negli impianti rispetto ai corsi d'acqua, grazie alla tecnologia ed all'energia impiegata). Il trattamento del refluo deve essere tanto più spinto quanto più i corpi idrici recettori (mari, fiumi, laghi, etc.) risultano a rischio di inquinamento permanente.La normativa italiana in materia di acque predispone, con il D.lgs n.152/06 e s.m.i., un completo programma di tutela dei corpi idrici dall'inquinamento. Il decreto, oltre a disciplinare gli scarichi mantenendo valori limite di concentrazione per le varie sostanze contenute nelle acque reflue, concentra l'attenzione sulla qualità del corpo idrico recettore e prevede lo sviluppo di attività di monitoraggio per la quantificazione del danno ambientale esercitato dall'uomo, offrendo le basi per la ricerca di sistemi di depurazione "appropriati" in base a specifici obiettivi di qualità delle acque naturali.


Il decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 parte terza individua nel Piano di Tutela delle Acque lo strumento di pianificazione del quale le Regioni debbono dotarsi al fine di assicurare il raggiungimento e il mantenimento degli obiettivi di qualità ambientale e per specifica destinazione dei corpi idrici della regione.
La Regione Umbria ha redatto il Piano di Tutela delle Acque ai sensi del D.Lgs n.152/1999, approvato con DGR 1570 il 1° dicembre 2009. Il Piano contiene l'individuazione degli agglomerati urbani.

 

In evidenza

 Relazione depurazione civile 2014 


Approfondimenti


linkPiano di Tutela delle Acque della Regione Umbria