Molestie olfattive: semplificazione, trasparenza, efficienza in epoca 4.0

  

di Paolo Stranieri e Monica Angelucci, Arpa Umbria
Giuseppe Magro, International Association For Impact Assessment – IAIA Italia

 

Nel 2015 le Nazioni Unite hanno approvato l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, individuando 17 obiettivi principali che rappresentano la direzione verso cui ogni organizzazione pubblica e privata dovrà orientare l’attività per migliorare la propria responsabilità sociale e reputazione ambientale nei confronti degli stakeholder, attraverso l’impiego delle nuove tecnologie digitali in una logica sistemica di partecipazione e inclusione sociale.

 
In particolare, a livello nazionale, la Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile (SNSVS) per il raggiungimento degli obiettivi strategici dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals – SDG) adottata dal MATTM, prevede il coinvolgimento delle istituzioni e di tutti i portatori di interesse ridisegnando, in chiave collaborativa, una nuova prospettiva di governance economica, sociale ed ambientale del territorio.
Uno degli ambiti in cui la partecipazione collaborativa tra i diversi stakeholder risulta maggiormente efficace è il problema delle molestie olfattive che sta diffondendosi su scala nazionale ed è all’origine della maggior parte delle tensioni sociali connesse a temi ambientali. Le esperienze sul campo ne hanno dimostrato la particolare difficoltà di gestione, determinata dalla necessità di rispondere in tempi limitati alle esigenze della popolazione, che richiede azioni immediate e risolutive, a fronte di un quadro territoriale e ambientale spesso complesso, in cui intervengono molteplici fattori ambientali, economici e sociali di difficile gestione, che richiedono strumenti dedicati e strategie di maggiore inclusione e coinvolgimento. Nel caso specifico degli odori, il D.Lgs. n. 152/06 e smi all’art. 272-bis disciplina quanto segue:

ART. 272-bis “Emissioni odorigene”

  1. La normativa regionale o le autorizzazioni possono prevedere misure per la prevenzione e la limitazione delle emissioni odorigene degli stabilimenti di cui al presente titolo. Tali misure possono anche includere, ove opportuno, alla luce delle caratteristiche degli impianti e delle attività presenti nello stabilimento e delle caratteristiche della zona interessata, e fermo restando, in caso di disciplina regionale, il potere delle autorizzazioni di stabilire valori limite più severi con le modalità previste all’articolo 271:
  2. a) valori limite di emissione espressi in concentrazione (mg/Nm³) per le sostanze odorigene;
  3. b) prescrizioni impiantistiche e gestionali e criteri localizzativi per impianti e per attività aventi un potenziale impatto odorigeno, incluso l’obbligo di attuazione di piani di contenimento;
  4. c) procedure volte a definire, nell’ambito del procedimento autorizzativo, criteri localizzativi in funzione della presenza di ricettori sensibili nell’intorno dello stabilimento;
  5. d) criteri e procedure volti a definire, nell’ambito del procedimento autorizzativo, portate massime o concentrazioni massime di emissione odorigena espresse in unità odorimetriche (ouE/m³ o ouE/s) per le fonti di emissioni odorigene dello stabilimento;
  6. e) specifiche portate massime o concentrazioni massime di emissione odorigena espresse in unità odorimetriche (ouE/m³ o ouE/s) per le fonti di emissioni odorigene dello stabilimento;

 

Uno degli aspetti di maggiore rilevanza nella gestione delle problematiche di molestie olfattive è dato dall’importanza di attivare percorsi di collaborazione e condivisione tra gli stakeholders istituzionali e territoriali, in modo da poter raggiungere una effettiva comprensione delle peculiarità del fenomeno e quindi della sua diagnostica e gestione. Spesso, tuttavia, l’aspetto del coinvolgimento degli stakeholder viene considerato una componente collaterale e secondaria, a fronte degli interventi messi in campo dalle istituzioni (ispezioni, campagne di misura, ecc..). Pur costituendo una componente necessaria della governance del problema, gli interventi tecnici e la partecipazione, in parte disciplinata dalla normativa di riferimento, non sono spesso sufficienti per risolvere le criticità rilevate dalla popolazione, generando aspettative di breve termine a cui è complicato dare risposte efficaci con i mezzi a disposizione. In diversi casi la popolazione ricorre quindi a forme di protesta che possono portare anche a denunce formali all’autorità giudiziaria, riducendo le possibilità di intraprendere forme collaborative di risoluzione del problema che, dove impiegate, hanno dimostrato ampia efficacia.

 

Per trovare una soluzione al problema ARPA Umbria ha intrapreso un percorso di sperimentazione di nuovi strumenti di e-Governance basati sull’elaborazione massiva dei dati e sulla partecipazione in modalità di “piattaforma” dei diversi Stakeholder territoriali. Un punto cardine della sperimentazione è stato quello di condividere le strategie di gestione del problema rilevato, assieme a tutti gli stakeholders, direttamente e indirettamente coinvolti, e dalle prime fasi di definizione del percorso partecipato.
L’approccio metodologico adottato dall’Agenzia è stato quello di impiegare in modo integrato e simultaneo una suite di modelli e strumenti operativi, validati dalle principali istituzioni internazionali, rendendoli fruibili da parte dei diversi stakeholder, verificandone l’efficacia di impiego direttamente sul campo e coinvolgendoli, in modo continuativo, nel miglioramento della governance dell’intero processo.
L’Agenzia ha così potuto documentare l’effettiva evoluzione dei processi di governance del problema delle molestie olfattive ed elaborare una strategia di gestione di tipo “2.0” ovvero basata sul coinvolgimento continuativo delle istituzioni locali e sovra-locali, delle imprese e dei cittadini.
Il Progetto, attivato in più ambiti territoriali della Regione Umbria, ha inoltre coinvolto istituzioni internazionali nella definizione delle metodologie di lavoro e nella supervisione degli output e degli outcome generati dalla sperimentazione. In particolare, il coinvolgimento degli stakeholder istituzionali e sociali ha l’obiettivo di raggiungere i seguenti obiettivi:

  • per le istituzioni: Sperimentare direttamente su casi concreti l’efficacia e i punti di forza e  debolezza di determinate azioni tecniche/amministrative e dei diversi strumenti operativi impiegati, selezionando un set di pratiche/procedure che verranno quindi implementate in un sistema di supporto alle decisioni di tipo partecipato da parte dei comuni, delle imprese e dei cittadini.
  • per le aziende del comparto: Poter attestareun impegno concreto e focalizzato sugli aspetti di effettiva criticità, rilevati e condivisi con gli stakeholder, mantenendo un dialogo continuativo con il territorio e le istituzioni in modo da poter prevenire e pre-allertare la popolazione rispetto a potenziali problemi di molestia olfattiva (es. manutenzioni programmate, interventi in caso di guasti, problematiche gestionali, ambientali).
  • per i cittadini:Partecipare alla “costruzione” delle soluzioni ai problemi segnalati potendo verificare in tempo reale le azioni messe in campo dalle istituzioni e dalle imprese per far fronte alle criticità ed essere costantemente informati sull’andamento della situazione.

 

Il progetto consente inoltre di poter valutare il potenziale delle nuove tecnologie di elaborazione/condivisione dei dati, evidenziandone i punti di forza e di debolezza nelle diverse condizioni di applicabilità e di testare l’efficacia e l’inter-operabilità tra strumenti analitici, modelli e piattaforme di social engagement.

 

Il modulo operativo proposto da Arpa Umbria è il seguente:

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FASI DI ATTUAZIONE DEL PROGETTO
Il progetto si attua principalmente in 3 fasi: Progettazione partecipata, Infrastrutturazione della piattaforma e Gestione.

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La fase di “progettazione partecipata” prevede un primo fondamentale coinvolgimento di tutti gli stakeholder istituzionali e territoriali per la condivisione del progetto, la definizione degli obiettivi specifici e l’avvio diun processo sistematico di dialogo e di coinvolgimento, mediante applicazione di un modello innovativo di stakeholder engagement (“modello q-canvas”), con l’obiettivo di:

(1) delineare in maniera specifica aspetti positivi e negativi del contesto in cui si opera;

(2) raccogliere dati e informazioni utili alla definizione degli obiettivi condivisi da tutti gli stakeholder;

(3) attivare la piattaforma di gestione del problema sito-specifico.

La fase di “infrastrutturazione della piattaforma” prevede l’attivazione degli specifici moduli operativi selezionati nel contesto di riferimento:

  • Modulodi acquisizione dati ambientali e gestionali provenienti da differenti database e piattaforme digitali(vd.piattaforme di gestione delle segnalazioni dei cittadini, social, dati derivanti alla strumentazione utilizzata per il monitoraggio, ecc..) che caratterizzano il comparto;
  • Modulo di elaborazione dei dati (impiego di modelli basati sull’analisi massiva dei dati e la relativa caratterizzazione del sistema a progressivi livelli di dettaglio (tiering) e impiego degli standard validati) per la caratterizzazione del sistema territoriale;
  • Modulo di reporting e data visualization (report e dashboard per i diversi Stakeholder coinvolti);
  • Modulo “multi-stakeholder network” per la condivisione dei dati/informazioni su piattaforma multi-stakeholderin grado di mantenere un elevato livello di ingaggio tra i diversi stakeholder nella governance delle varie fasi di gestione del processo.

Il progetto consente di poter definire un nuovo framework nella governance partecipata del problema delle molestie olfattive, applicabile in diversi contesti territoriali e rispetto a condizioni differenti di collaborazione e conflitto.
L’ambizione è quindi poter proseguire ed estendere la “sperimentazione” in diversi contesti territoriali, con l’obiettivo di contribuire alla costruzione condivisa di una nuova strategia nazionale che sfrutti il grande potenziale espresso dall’Obiettivo n. 17 dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite (SDGs), che pone la collaborazione inter-istituzionale e sociale come pre-requisito nella governance di ogni organizzazione pubblica e privata.

 

[11/07/2019]