Comunicato stampa / Un nuovo modello di sviluppo può ripartire solo da valori etici

Una nuova economia è possibile. Sul banco degli imputati - come afferma Leonardo Becchetti docente di Economia politica presso l’Università di Roma Tor Vergata - i tre pilastri su cui poggia l’economia tradizionale: l’homo economicus, la massimizzazione del profitto e il PIL come parametro unico di riferimento del benessere delle nazioni. A queste icone che stanno mostrando tutta la loro fragilità, devono essere sostituiti valori diversi: un’economia civile e a un “sistema a due mani dove i cittadini  sono autointeressati, e solo allo Stato viene richiesto un impegno etico a un modello a quattro mani dove non solo le istituzioni ma anche i cittadini responsabili creano valore aggiunto”. 

 

Alla relazione di Becchetti ha fatto seguito l’intervento di Leonardo Stella, direttore della filiale di Perugia di Banca Etica che ha tenuto a precisare i valori di una banca nata 16 anni fa a Padova e da sempre impegnata in investimenti “su ambiente, etica e sociale”.
Il direttore di Arpa Umbria Walter Ganapini ha ricordato come fin dalla Conferenza di Rio del 1992 “i governi mondiali siano consapevoli del rapido depauperamento del pianeta aggravato oggi dal raggiungimento di livelli di CO2 ormai intollerabili e vicini alla soglia di irreversibilità”.
Ganapini ha anche rimarcato come attualmente le regole e la qualità dell’ambiente siano anche fattori competitivi nei nuovi mercati globali ed elementi di promozione dei territori.

 

Gli interventi sono stati preceduti dall’introduzione di Mons. Paolo Giulietti che ha voluto porre l’attenzione sulle riflessioni di Papa Francesco che ha sempre sostenuto con forza i limiti di questo modello di sviluppo che troppo spesso dimentica l’uomo.
Una nuova economia è possibile e anche auspicabile, ma deve partire da valori etici.